New York Blues

Quando il colore si intromette fra la struttura che ci fronteggia ed il nostro occhio individua talora dimensioni in grado di rendersi autonome dalla realtà per cui quella struttura è stata concepita. Queste forme visionarie diventano il fil rouge della narrazione. La discontinuità formale dei volumi tridimensionali degli edifici viene annullata dalla creazione di una mappa bidimensionale: ciò consente di utilizzare quindi un unico linguaggio nella narrazione delle forme, che vengono così assoggettate al colore. La conseguente ricerca del colore (in questo caso il blu), procedendo dalla prima fino all’ultima immagine, diviene via via meno agevole, ma dà sempre esito positivo. L’aspetto simbolico di questo percorso a ritroso dal mare al monte, alla ricerca della sorgente primaria del colore, riporta all’immaginario del ritorno all’origine, attraverso linee verticali che si ripetono in ogni immagine.

Questo lavoro è stato pubblicato nel 2024 su Spectaculum Magazine

When color interpolates between the architecture standing in front of us, at times, our eyes spot dimensions capable of becoming autonomous from the reality for which that structure was designed. These visionary shapes become the fil rouge of the narration. The formal discontinuity of the buildings’ tridimensional volumes is nullified by the creation of a bidimensional map. Therefore, that allows using a unique language in the narration of shapes, thus subduing them to color. The symbolic aspect of this path backward from the sea to the mountain, seeking the primary source of color, recalls the imagery of the return to the origin through vertical lines repeating in every image. Consequently, the search for color (blue in this case) – proceeding from the first to the last image – becomes less and less easy, but it always gives a positive result.

This work in 2024 was published in Spectaculum Magazine